27Feb, 2024
Medicaleden e Azdentist aderiscono a Marketpass



UTILIZZA I TUOI BUONI CORDIS PER USUFRUIRE DI AGEVOLAZIONI SULLE NOSTRE PRESTAZIONI

Anche MEDICALEDEN e AZDENTIST aderiscono a MARKETPASS, il marketplace aperto solo alle piccole e medie imprese!

MARKETPASS è il nuovo progetto di TRECUORI SPA SB, azienda nata per sostenere persone e piccole imprese dei territori grazie a strumenti innovativi che promuovano relazioni di prossimità.

In MarketPass aziende e persone possono acquistare beni e servizi in modo conveniente, pagando parte dell’importo in Euro e parte in Bonus Cordis (per i nostri servizi dal 9% al 34%!), ovvero una speciale forma di pagamento utilizzabile solo all’interno di questa piattaforma. (www.marketpass.org).

MEDICALEDEN e AZDENTIST hanno scelto di aderire a MarketPass perché riconoscono e condividono i valori che ne sono alla base, con l’obiettivo di andare incontro alle esigenze sia dei propri clienti (che grazie al Bonus Cordis pagheranno meno euro e avranno un minor esborso di liquidità per le proprie prestazioni odontoiatriche), sia dei propri collaboratori (che ricevendo il Bonus Cordis avranno gli stessi vantaggi anche per le proprie spese di altri beni e servizi).

Infatti MARKETPASS conviene non solo ai privati, ma anche alle imprese che, grazie al Welfare Indiretto, possono riconoscere benefit alle persone con cui sono in contatto, non solo dipendenti, ma anche clienti o fornitori.

20Feb, 2024
E se il glutine facesse male? |azdentist
Il glutine provoca parecchi disturbi per l’incapacità del corpo di elaborarlo causando varie manifestazioni patologiche. Si stima che la prevalenza globale della malattia celiaca (CD) sia dell’1%.

Tra questi, i casi confermati sierologicamente e quelli confermati tramite biopsia sono rispettivamente l’1,4% e lo 0,7%. Secondo un recente studio basato sulla popolazione, l’Europa (0,8%) e l’Oceania (0,8%) hanno la prevalenza più alta, mentre il Sud America (0,4%) quella più bassa. Sorprendentemente, nei bambini, è stata riscontrata una prevalenza più elevata in vari paesi europei e nel Nord America, pari all’1% della popolazione.

Sebbene la celiachia sia prevalentemente una malattia gastrointestinale, presenta anche diverse manifestazioni extra-intestinali.

Manifestazioni extra-intestinali
Molti bambini ricevono diagnosi di sintomi neuropsichiatrici idiopatici come epilessia, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), sindrome delle gambe senza riposo (RLS) e neuropatia periferica senza mai trovarne la causa principale, che invece potrebbe essere associata alla malattia celiaca se fossero indagati i titoli anticorpali e altre analisi appropriate.

Nei bambini con una maggiore probabilità di presentazioni atipiche, è fondamentale che i medici abbiano una soglia bassa di sospetto poiché una diagnosi errata può comportare la prescrizione di farmaci non necessari e potenzialmente tossici. Pertanto, comprendere la fisiopatologia, le presentazioni, il grading istologico e gli effetti della dieta priva di glutine è di primaria importanza

Efficacia della dieta gluten-free
In una recente revisione della letteratura, i ricercatori hanno incluso studi prospettici, studi osservazionali e segnalazioni di casi su pazienti pediatrici con malattia celiaca confermata tramite biopsia, malattia celiaca sierologicamente positiva, malattia celiaca con manifestazioni neuropsichiatriche e studi che riportavano l’impatto della dieta priva di glutine. La selezione ha incluso 20 studi.

In 6 studi (30%), i pazienti con manifestazioni neuropsichiatriche hanno avuto risultati sierologici positivi e un grado relativamente più alto di risultati bioptici. Sette studi hanno discusso l’impatto positivo della dieta senza glutine. Cinque di questi sette studi hanno riportato risultati statisticamente significativi (p ≤ 0,001).

Questa analisi suggerisce che il glutine giochi un ruolo nella gravità delle manifestazioni neuropsichiatriche della malattia celiaca.

La dieta priva di glutine ha un impatto sulla prognosi della malattia.

I reperti neuropsichiatrici senza manifestazioni gastrointestinali sono più comuni nella fascia di età pediatrica. Quindi, diverse condizioni neurologiche (neuropatia, ADHD, epilessia e RLS) non solo hanno un’associazione significativa con il glutine ma possono anche potenzialmente trarre beneficio dalla dieta priva di glutine.

Significato clinico
Questa revisione sottolinea l’importanza del glutine nelle condizioni neurologiche idiopatiche nei bambini e spera di far luce su questa malattia comunemente diagnosticata erroneamente e facilmente gestibile.

Lo screening della celiachia, con una combinazione di tecniche sierologiche, bioptiche e di imaging, deve essere integrato nelle linee guida per la diagnosi precoce, così come l’avvio della dieta senza glutine. Inoltre, i prossimi studi dovrebbero mirare a introdurre la dieta priva di glutine nella popolazione pediatrica come modalità di prevenzione primaria.
30Gen, 2024
Cibi semplici, lunga vita | azdentist

Oggi, cancro e malattie cardiometaboliche sono in cima alla classifica per morbidità.

Al momento non è noto se il consumo di alimenti ultra-processati (UPF) sia associato a una maggiore incidenza di multimorbilità, definita come la co-occorrenza di almeno due malattie croniche in un individuo tra primo cancro in qualsiasi sede, malattia cardiovascolare e diabete di tipo 2.

Cosa si è visto?
I ricercatori hanno esaminato la relazione tra il consumo totale e di un sottogruppo di UPF e il rischio di multimorbilità.

Si trattava di uno studio prospettico di coorte che comprendeva 266.666 partecipanti (60% donne) esenti da cancro, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 al momento del reclutamento da sette paesi europei nello studio European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC).

Gli alimenti e le bevande consumati nei 12 mesi precedenti sono stati valutati al basale mediante questionari sulla frequenza degli alimenti e classificati in base al loro grado di elaborazione utilizzando la classificazione Nova.

Dopo una media di 11,2 anni di follow-up, 4.461 partecipanti (39% donne) hanno sviluppato multimorbidità di cancro e malattie cardiometaboliche.

Un consumo più elevato di UPF (per 1 incremento di deviazione standard, circa 260 g/giorno senza bevande alcoliche) è stato associato a un aumento del rischio di multimorbilità di cancro e malattie cardiometaboliche (HR: 1,09, IC 95%: 1,05, 1,12). Tra i sottogruppi UPF, le associazioni erano più forti per i prodotti di origine animale (HR: 1,09, IC 95%: 1,05, 1,12) e per le bevande zuccherate artificialmente (HR: 1,09, IC 95%: 1,06, 1,12).

Altri sottogruppi come pane e cereali ultra-processati (HR: 0,97, IC 95%: 0,94, 1,00) o alternative a base vegetale (HR: 0,97, IC 95%: 0,91, 1,02) non erano associati al rischio.

Significato clinico
Questo studio è il primo ad esaminare in una coorte multinazionale con follow-up a lungo termine la relazione tra il consumo di alimenti ultra-processati e l’incidenza della multimorbilità del cancro e delle malattie cardiometaboliche.

Questo studio fornisce inoltre le prove di una relazione differenziale tra sottogruppi di alimenti ultra-processati e multimorbilità del cancro e delle malattie cardiometaboliche. Le bevande zuccherate artificialmente, i prodotti e le salse di origine animale, le creme spalmabili e i condimenti, ma non altri sottogruppi, sono stati associati a un aumento del rischio, suggerendo che sono giustificate analisi più sfumate dei sottogruppi di alimenti ultra-processati.

La multimorbilità è una sfida sanitaria crescente non solo in Europa, ma in molte regioni del mondo. Questo studio aggiunge prove importanti che possono contribuire alla riduzione del rischio di multimorbilità del cancro e delle malattie cardiometaboliche attraverso raccomandazioni dietetiche, politiche di sanità pubblica e interventi attivi.

Ridurre il consumo di alcuni alimenti ultra-processati sostituendoli con alimenti simili, ma meno trasformati può essere utile per la prevenzione del cancro e della multimorbilità cardiometabolica.

Odontoiatria low cost?
Odontoiatria low cost?

Low cost o best cost? Per noi low cost è best cost, ovvero spendi meno ma spendi meglio; è per questo che tutto è orientato alla conservazione dell’elemento dentario come in:

  • prima visita: tutti pazienti in prima visita vengono monitorati dal punto di vista parodontale, attraverso il sondaggio delle tasche; il che significa intervenire quanto prima in caso di inizio di malattia parodontale ed evitare costi e sofferenze inutili nel tempo;
  • intarsi: la terapia con intarsi è quella di elezione, per noi,  su denti vivi e devitalizzati in quanto, a differenza della capsula, in cui  il dente è ridotto in diametro e volume, conserva interamente la parte sana del dente e costa fino ad un terzo in meno.
  • terapia parodontale: la terapia della prevenzione e del controllo della malattia parodontale è effettuata attraverso rigorosi controlli standardizzati, dal controllo di placca al monitoraggio della tasca parodontale tramite il sondaggio diretto del sito, con o senza terapia antibiotica di supporto e questo significa, se la terapia è intercettata all’inizio, costi ridotti al minimo.
Spazzolino elettrico: test drive a Treviso
Spazzolino elettrico: test drive a Treviso

E’ il primo programma di prova dello spazzolino elettrico direttamente in studio.Qual è il vantaggio? Lavarsi i denti con lo spazzolino elettrico Oral-B può fare la differenza per la salute orale. Avete l’opportunità di provare su Voi stessi lo spazzolino elettrico direttamente in studio, con la supervisione delle nostre igieniste.

Per informazioni rivolgetevi alla nostra segreteria (http://www.azdentist.it/sito/contattaci.html)

Ozonizzatore
Ozonizzatore

I nostri ambienti lavorativi vengono disinfettati giornalmente con l’ozonizzatore, disinfettante biosostenibile, che eradica virus e batteri e la maggioranza degli inquinanti a livello molecolare, e rilascia solo ossigeno attivo come prodotto, senza nessun residuo chimico.
Ha un potere 3,125 volte più potente del cloro attivo, ovvero della candeggina.
F.D.A. ovvero la Federal and Drug Administration, (www.fda.gov) ed E.P.A., ovvero l’ Envirolment Protection Agency (www.epa.gov), hanno certificato che l’ossigeno attivo (O3) è in grado di distruggere il 99,99% di germi patogeni e inquinanti.

Diabete e Malattia parodontale: una sinergia pericolosa
Diabete e Malattia parodontale: una sinergia pericolosa

I pazienti affetti da diabete sono 2/3 volte più a rischio di avere una periodontite infettiva, specialmente se la loro glicemia non è sotto controllo. Viceversa la periodontite infettiva può dare un peggioramento della glicemia e un maggior rischio di morte per cause cardiovascolari e per malattia renale terminale; questa patologia del cavo orale può essere dunque considerata spia di diabete, e nei soggetti malati può determinare un peggioramento del quadro sistemico.

Una sinergia pericolosa di cui si è discusso nel corso del terzo Jsdei (Joslin-Sunstar Diabetes Education Initiative) Seminar, dal titolo “Diabetes, oral care and Nutrition”, svoltosi a metà novembre a Francoforte. 

“La malattia parodontale è una complicazione del diabete e ci sono evidenze in letteratura che dimostrano che ha effetti collaterali sul controllo diabetico, sullo sviluppo di complicazioni e sul peggioramento del diabete: basti pensare che la comorbidità raddoppia la probabilità di morire per cause cardiovascolari” spiega Robert J. Genco, docente di biologia orale e microbiologia, Università Statale di New York a Buffalo. “Esiste infatti una correlazione tra la patologia metabolica con quella del cavo orale: in una popolazione diabetica con parodontite il 37% dei pazienti vedranno la loro malattia metabolica peggiorare, contro solamente l’11 per cento di coloro che avevano la bocca sana”. 

All’origine di questo rapporto tra le due patologie i batteri Gram-negativi, responsabili dell’infezione orale. Questi portano a un aumento dell’insulina resistenza, che a sua volta è causa di un peggioramento del controllo glicemico, viceversa, il trattamento parodontale pare migliorare la sensibilità all’insulina e quindi il controllo della glicemia.

Si stima che far entrare un diabetico in un programma di controllo e cura dentale porti a una riduzione del costo necessario a curarlo del 20%. Il medico durante la sua visita di controllo ai pazienti diabetici dovrebbe porre domande precise sulla salute orale: deve chiedere per esempio se hanno perso denti, se alcuni dondolano, se le gengive sono infiammate o si ritirano E’ necessario allertarli affinché sappiano che un cattivo controllo della glicemia può portare a periodontite ed inviarli al dentista in caso di necessità, coordinandosi con lui per garantire un’efficace controllo della glicemia durante il trattamento orale, senza il quale la terapia odontoiatrica pare essere scarsamente efficace.

Nel nostro studio, per prevenire la malattia parodontale, usiamo un test semplice ed immediato, molto simile ad un test di gravidanza: il periosafe (http://www.azdentist.it/sito/news-ed-eventi/item/125-periosafe.html)

Salute orale: in Italia non è una priorità
Salute orale: in Italia non è una priorità

In Italia la salute orale non è una priorità, come denuncia una ricerca italiana pubblicata su International Dental Journal.
“La mancanza di politiche pertinenti, con particolare attenzione alla salute pubblica, l’assenza di una sistematica sorveglianza sanitaria orale e l’accesso limitato alle cure per i grandi gruppi di popolazione sono forti indicatori che dimostrano come la salute orale, in Italia, non sia una priorità politica. Tuttavia, le opportunità del contesto politico potrebbero essere utilizzate per facilitare analisi, discussione e cambiamento al fine di invertire la tendenza”.
A denunciarlo è un lavoro pubblicato sul numero di novembre di International Dental Journal (pubblicazione dell’FDI)  dal titolo: Political priority of oral health in Italy: an analysis of reasons for national neglect. Quasi tutti italiani gli autori: Guido Benedetti, Nicole Stauf, Laura Strohmenger, Guglielmo Campus, e Habib Benzian (Professor Department of Epidemiology & Health Promotion, College of Dentistry, New York University).
Mancando dati epidemiologici completi, ammettono gli autori, l’indagine può certamente presentare un grado di distorsione inevitabile e anche per questo suggeriscono l’attivazione di una più dettagliata analisi da parte delle Istituzioni.”Il Ministero della Salute negli ultimi anni ha messo in atto alcuni interventi nazionali di formazione e di censimento delle strutture odontoiatriche pubbliche”, continua la prof.ssa Strohmenger. “Tali interventi hanno avuto l’intento di raccogliere dati nazionali, al fine di metterli a disposizione degli assessorati alla salute per capire meglio la distribuzione territoriale dei servizi ed eventualmente modificarne l’assetto in base ai dati epidemiologici”.Ma questo non sembra essere stato sufficiente, evidenziano gli Autori, visto che il quadro epidemiologico delle malattie orali nel Paese non è chiaro poiché manca una centralizzazione nella raccolta dei dati, salvo che sulla popolazione infantile. Questa mancanza rende le possibilità tecniche e politiche problematiche.A dispetto di ciò, ricordano, il Ministero è intervenuto con delle linee guida sugli aspetti preventivi di base con alcuni documenti aggiornati ed importanti, che vengono diffusi all’interno delle associazioni scientifiche, utilizzati nei percorsi didattici degli odontoiatri e degli igienisti dentali e che sono diventati, per certi versi, un riferimento per gli operatori. La mancanza, però, di una analisi tecnica e politica di questo problema sanitario, l’assenza di una sistematica sorveglianza sull’andamento delle patologie orali e il limitato accesso alle cure di una grande parte della popolazione, evidenzia come la salute orale fino ad oggi, non sia stata una priorità politica in Italia.
“Nel nostro Paese l’area odontoiatrica rimane un problema di nicchia”, afferma la prof.ssa Strohmenger. “Il nostro lavoro ha cercato di capire per quali problemi di politica sanitaria la salute orale venga trascurata”.Una delle cause evidenziate è il fatto che i servizi sanitari sono decentrati a livello regionale ma sono finanziati sia dallo Stato centrale che dalle amministrazioni locali e questo comporta, per il cittadino, un accesso disomogeneo ai servizi minando il diritto pubblico alla salute. Mancando poi una politica della salute orale pubblica, l’attenzione è rivolta, principalmente, attraverso un aspetto curativo piuttosto che un approccio preventivo.La situazione attuale di crisi economica e di trasformazione sociale, continuano gli Autori, richiede di ripensare e riformare vari aspetti della vita sociale, servizi e l’assistenza sanitaria del Paese. Gli autori, quindi, si augurano che nei prossimi anni venga facilitata un’analisi, una discussione, un cambiamento della politica del SSN che guardi con interesse le patologie orali aumentando la priorità politica verso questa attività.

Allarme criminalità organizzata nei franchising odontoiatri, lo lancia l’Eurispes

L’odontoiatria “incuriosisce” l’Eurispes che nel 27° Rapporto Italia 2015, recentemente presentato, la cita come un “caso da studiare”.
Da studiare per come è organizzata l’assistenza odontoiatrica pubblica (modello negativo) ma anche per una possibile, migliore, collaborazione tra il dentista privato ed il SSN.
Quattro le aree evidenziate nel rapporto diffuso sul sito dell’Eurispes che raccoglie molte delle proposte avanzate, negli anni, dalle rappresentanze sindacali ed ordinistiche della professione.
Crisi, franchising, turismo odontoiatrico e criminalità organizzata.
La fotografia del settore riportata nel rapporto Eruispes è quella che conosciamo: italiani che rinunciano al dentista per via della crisi (30% la percentuale indicata), mentre cresce il numero degli esercenti: citati i dati FNOMCeO 2013 sugli iscritti all’Albo degli odontoiatri.
Attenzione al fenomeno del franchising odontoiatrico che, secondo Eurispes, ha portato ad una “forte attenuazione della figura e del ruolo tradizionale del dentista che, come il medico di fiducia, accompagnava la famiglia media italiana”.
Questa “invasione”, favorita dall’ingresso sul mercato di società di capitale, “ha trasformato la sanità in un business, gestito da investitori privati che spesso nulla hanno in comune con l’odontoiatria o la medicina”.
Un mercato dove il marketing avrà un ruolo sempre più importante fino a far dire all’istituto di ricerca che, in futuro, “anche in Italia ci sarà il bisogno di inserire la promozione esterna come una nuova voce nella lista dei costi fissi di uno studio odontoiatrico, che inevitabilmente si ripercuoteranno anche sui pazienti”.
Franchising che interesserebbe, come aveva detto  il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, la criminalità organizzata.
“Si tratta -si legge nel rapporto- di un sistema ormai rodato dalle mafie che agiscono come vere e proprie holding finanziarie, individuano i business emergenti e i settori più fiorenti investendo somme ingenti di denaro. Insomma si attivano meccanismi di money laundering: si investe nel mercato “sano”, in settori dove la domanda è alta, se ne trae un guadagno sicuro e “pulito”, e si genera un flusso economico difficile da rintracciare”.
Costi contenuti per le cure, viaggi e soggiorno solo le principali cause, indicate, del proliferare del turismo odontoiatrico. 30 mila il numero di italiani che, secondo l’Eurispes si sono recati all’estero per farsi curare.
Le proposte:
Ricordando come l’assistenza odontoiatrica pubblica sia regolamentata dai Lea ed affidata alle Regioni e come questa scelta abbia creato un “dislivello qualitativo” dell’assistenza sul territorio nazionale, l’Eurispes suggerisce, per migliorare la situazione, “di aumentare la detraibilità delle spese odontoiatriche a un livello maggiore di quanto oggi garantito, che influirebbe anche sulla diminuzione dei pagamenti in nero”.
“Senza contare -continua- che uno Stato che non riesce ad equiparare il livello di servizi offerti a quello del carico tributario dovrebbe ripensare il sistema di erogazione”.
Istituto di ricerca che entra nel merito, anche, dell’esercizio della professione evidenziando come vi sia la necessità di realizzare “una legge quadro di riferimento nazionale che possa uniformare gli adempimenti necessari all’apertura di uno studio odontoiatrico”, prendendo spunto dalle “Regioni più virtuose” che hanno già legiferato sulla materia.
La proposta è quella della creazione di un “protocollo unico che renda chiare le competenze degli operatori e le procedure da attuare come soggetti operanti nel sistema della Sanità, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei privati”. Razionalizzazione delle procedure e il loro snellimento, motivano, “ridurrebbe sensibilmente i costi a carico della PA e della Sanità, oltre che favorire la libera impresa”.

Dalle cellule staminali nuove opportunità per la rigenerazione ossea nelle lesione postraumatiche.
Dalle cellule staminali nuove opportunità per la rigenerazione ossea nelle lesione postraumatiche.

I ricercatori dell’ University of Michigan School of Dentistry (UMSoD)da anni utilizzano le cellule staminali per la rigenerazione ossea, in lesioni traumatiche tali che spesso il sostegno dei denti mancanti risulta difficile.
Il vantaggio principale della terapia con cellule staminali consiste nell’ utilizzare le cellule del paziente per rigenerare i tessuti, riducendo o limitando l’uso dei biomateriali. Il procedimento, che si esegue in anestesia locale, accelera la guarigione dei tessuti rispetto agli innesti di osso tradizionale, e limita il dolore postoperatorio.  
Le cellule staminali progenitrici prelevate dal midollo osseo vengono inserite in apposito scafford di fosfato tricalcico che fanno da impalcatura di sostegno. Se la perdita ossea è più estesa si utilizzano scafford più rigidi, ad esempio in titanio.
La cone-beam ( ovvero tac dedicata) a 4 mesi evidenzia nell’  80% dei casi una buona rigenerazione ossea che consente l’inserimento di impianti osteintegrati per sostenere gli elementi dentali.