La prolattina fa diventare bravi papà
La prolattina, l’ormone che concorre alla produzione di latte materno durante la lattazione può contribuire a rendere i piccoli neonati papà migliori in futuro.
Chi lo dice?
A rivelarlo è una ricerca delle università di Otago e Stoccolma, condotta su topi, pubblicata sulla rivista scientifica Cell. Gli studiosi hanno infatti dimostrato come la prolattina arrivi ad influenzare direttamente il comportamento maschile, sbloccando l’istinto paterno. Al contrario, se l’azione dell’ormone dovesse essere bloccata, i genitori maschi potrebbero arrivare addirittura ad ignorare i loro doveri genitoriali.
La prolattina è nota per il suo ruolo nella lattazione; lo studio ha esaminato la funzione della prolattina nelle cavie: i maschi, infatti, mostrano comportamenti contrastanti proprio sulla cura dei loro piccoli: i ratti maschi tendono a ignorare i loro cuccioli, mentre i topi maschi sono direttamente coinvolti nel loro sviluppo. Quando i ricercatori hanno aumentato i livelli di prolattina nei ratti maschi, ciò ha spinto gli animali a impegnarsi in cure paterne come nella toelettatura dei loro cuccioli. Al contrario, quando i topi maschi hanno bloccato la prolattina, hanno smesso di prendersi cura dei piccoli.
Lo studio ha anche scoperto che a differire non era solo il livello di prolattina, ma anche il modo in cui il suo rilascio è regolato dal cervello, contribuendo alle differenze nei comportamenti paterni osservati nei ratti e nei topi.
I risultati dello studio, secondo i ricercatori, possono aiutare le indagini sui disturbi dell’umore post-partum, che colpiscono anche gli uomini anche se non si trovano a sperimentare la gravidanza.