Sport da piccoli difende da infarto e ictus da grandi | azdentist Featured
Il movimento fisico da bambini è salva-cuore con effetti protettivi a lungo termine
Chi ne parla?
Lo suggerisce uno studio condotto presso l’Università della Finlandia orientale secondo cui i danni cardiaci osservabili in età adulta, anche nelle persone con peso e pressione sanguigna normali si collegano alla sedentarietà da bambini. Trascorrere troppo tempo seduti da piccoli, magari davanti a smartphone o tablet può arrivare a raddoppiare il rischio di infarto o ictus da adulti.
DA fonti ISTAT, circa il 30% di bambini e ragazzi non pratica attività fisica. Okkio alla Salute riporta che, nel 2019, il 20,3% dei bambini non ha svolto alcuna attività fisica; il 43,5% ha ancora la TV nella propria camera da letto e il 44,5% trascorre più di 2 ore al giorno davanti a tv, tablet e cellulare. Nello studio sono stati coinvolti 766 bambini. A 11 anni, i partecipanti hanno indossato per 7 giorni uno smartwatch per tracciarne le attività; poi di nuovo a 15 anni e a 24 anni.
I ricercatori hanno misurato il peso del ventricolo sinistro del cuore (in funzione dell’altezza) mediante ecocardiografia a 17 e 24 anni. A 11 anni i bambini erano sedentari per una media di 362 minuti al giorno, 474 minuti al di’ nell’adolescenza (15 anni) e 531 minuti al giorno a 24 anni. Ciò significa che il tempo trascorso seduti aumenta in media di 169 minuti (2,8 ore) al giorno tra l’infanzia e la prima età adulta.
È emerso che ogni minuto di tempo trascorso seduti dagli 11 ai 24 anni si associa ad un aumento di 0,004 grammi della massa ventricolare sinistra tra i 17 e i 24 anni di età. Se moltiplicato per 169 minuti di inattività aggiuntiva si arriva a un aumento giornaliero di 0,7 grammi, l’equivalente di un aumento di 3 grammi per un aumento di altezza medio.
I ricercatori hanno rilevato che la sedentarietà appesantisce letteralmente il cuore. Ciò aumenta le probabilità di infarto e ictus. Un aumento simile della massa ventricolare sinistra in un periodo di sette anni si associa a un rischio doppio di malattie cardiache, ictus e morte.