Omeopatia, parodontite e colesterolo, cosa li unisce?
La parodontite,infiammazione a carico dei tessuti parodontali, ovvero di supporto del dente, puo’ portare ad esito infausto con perdita di uno o più denti. Le gengive si infiammano, i denti iniziano a muoversi e il tessuto osseo di supporto si distrugge gradualmente. La rimozione (detta tecnicamente ablazione o detartrasi, effettuata da personale laureato in odontoiatria o igiene dentale) del tartaro con curette meccanica, elettrica o ad ultrasuoni è la migliore terapia preventiva per tale affezione, e deve essere fatta con periodicità ciclica, preferibilmente entro i 6 mesi.
Uno studio brasiliano ha voluto valutare se l’impiego associato di componenti omeopatiche rende il tartaro più facile da eliminare mediante tecniche standard di curettage. A tale fine 50 pazienti con parodontopatia cronica sono stati suddivisi, in modo casuale, in due gruppi omogenei e sottoposti, in un gruppo, ad impiego di placebo e l’altro a terapia omeopatica eseguita combinando un rimedio antiflogistico (Berberis 6CH), due rimedi anticongestizi ed antipiogenici (Mercurius solubilis ed Hepar sulfur 6CH) ed un nosode bioterapico, il Pyrogenium 200CH. La terapia ha avuto, a seconda della gravità della patologia, una durata oscillante fra i 3 ed i 12 mesi e si sono poi valutati non solo lo spessore e la facilità di rimozione della placca, ma anche parametri ematochimici correlati con la malattia del parodonto. Si è così potuto osservare che non solo i rimedi omeopatici rendono più facile e radicale la detrartrasi, ma riducono il colesterolo totale, aumentando il colesterolo HDL; poiché recenti studi (del 2012) dimostrano che in presenza di una patologia a carico delle gengive, la proteina CD36 – coinvolta in alcuni processi infiammatori – aumenta in maniera significativa il rischio di insorgenza di placche nei vasi sanguigni, è possibile ipotizzare che la combinazione omeopatica possa essere utile nel prevenire danni ateromasici sistemici.