Identikit del dentista ideale
Identikit del dentista ideale

Al recente congresso di un importante accademia di odontoiatria protesica è stato presentato un sondaggio di Dica33, portale di informazione sulla salute, un identikit del dentista ideale, ed è emerso che la corretta spiegazione del piano terapeutico, la disponibilità, e la componente tecnologica sono punti fondamentali per i pazienti.
Su 1000 pazienti intervistati quasi il 70% si era recato dal dentista nell’ultimo anno per una seduta di igiene orale (56,7%), visita di controllo (32,6%), otturazione/devitalizzazione (32,3%), protesi (13,6%), dolore urgenza (11,7%), ortodonzia (7,2%), altre prestazioni (8,3%), tra cui implantologia, chirurgia, estrazioni, bite, sbiancamento…
L’89,3% del campione si è rivolto ad un dentista tradizionale mentre il 5,5% ha scelto di farsi curare in una struttura con marchio presente in più città (i centri odontoiatrici che tanto intimoriscono i dentisti tradizionali) mentre hanno scelto una struttura pubblica il 3% degli intervistati; il 2,2% quelli che si sono andati all’estero. Quasi un terzo si fida del professionista, mentre due terzi si ritiene in grado di giudicare la qualità delle cure ricevute(!?).
La fedeltà al dentista si manifesta con  il 40,4% che ha lo stesso da oltre 10 anni,  il 17,4% da 5-10 anni, e ben il 10,6% non lo ha mai cambiato e il 37,9% ne ha cambiati solo 2; quasi un paziente su 2 lo sceglie tramite il passaparola (42,6%) o perché era il dentista di famiglia (37,5%) oppure scegliendone uno vicino a casa o all’ufficio (11,5%); crede  poco alla pubblicità (4,8%), e usa poco le convenzioni/assicurazioni (3,6%).
Un quarto dei pazienti lo cambia sulla supposizione di una cura mal eseguita, mentre il cambio di residenza del paziente incide per un 22,1%, e i costi elevati solo per un 14,4%. Seguono poi quelli legati all’organizzazione dello studio: disponibilità di orario limitata (3,3%), tempi per terapie troppo lunghi (3%), personale inadeguato/scortese (2,7%).
A convincere i pazienti a continuare a farsi curare in quello studio è stata la qualità delle cure (46,4%), il fatto che era stato consigliato (28,4%), per il prezzo (8,3%), per la tecnologia presente in studio (7,2%), per la comodità degli orari (5,9%) e per la qualità ed eleganza dello studio (3,7%).Per contro scarsa professionalità (31,8%), preventivi non chiari (21,1%), poca disponibilità a spiegare il piano di trattamento (20%), orari scomodi (15,9%), dubbia pulizia (12,7%), riferimento a professionisti esterni (12,4%), scortesia del dentista o del personale (11,8%), ambiente spoglio o non accogliente (7,3%) e mancata disponibilità a rateare i preventivi (5,7%) sono state le maggiori critiicità riscontrate.
Da questo quadro ne è emerso l’identikit del dentista ideale, che da buon comunicatore, deve spiegare le terapie e ascoltare le esigenze dei pazienti, forte di una equipe altrettanto disponibile, mentre il contesto esterno dell’arredamento dello studio è parso meno influente sulla scelta del professionista.