Salute orale: in Italia non è una priorità
Salute orale: in Italia non è una priorità

In Italia la salute orale non è una priorità, come denuncia una ricerca italiana pubblicata su International Dental Journal.
“La mancanza di politiche pertinenti, con particolare attenzione alla salute pubblica, l’assenza di una sistematica sorveglianza sanitaria orale e l’accesso limitato alle cure per i grandi gruppi di popolazione sono forti indicatori che dimostrano come la salute orale, in Italia, non sia una priorità politica. Tuttavia, le opportunità del contesto politico potrebbero essere utilizzate per facilitare analisi, discussione e cambiamento al fine di invertire la tendenza”.
A denunciarlo è un lavoro pubblicato sul numero di novembre di International Dental Journal (pubblicazione dell’FDI)  dal titolo: Political priority of oral health in Italy: an analysis of reasons for national neglect. Quasi tutti italiani gli autori: Guido Benedetti, Nicole Stauf, Laura Strohmenger, Guglielmo Campus, e Habib Benzian (Professor Department of Epidemiology & Health Promotion, College of Dentistry, New York University).
Mancando dati epidemiologici completi, ammettono gli autori, l’indagine può certamente presentare un grado di distorsione inevitabile e anche per questo suggeriscono l’attivazione di una più dettagliata analisi da parte delle Istituzioni.”Il Ministero della Salute negli ultimi anni ha messo in atto alcuni interventi nazionali di formazione e di censimento delle strutture odontoiatriche pubbliche”, continua la prof.ssa Strohmenger. “Tali interventi hanno avuto l’intento di raccogliere dati nazionali, al fine di metterli a disposizione degli assessorati alla salute per capire meglio la distribuzione territoriale dei servizi ed eventualmente modificarne l’assetto in base ai dati epidemiologici”.Ma questo non sembra essere stato sufficiente, evidenziano gli Autori, visto che il quadro epidemiologico delle malattie orali nel Paese non è chiaro poiché manca una centralizzazione nella raccolta dei dati, salvo che sulla popolazione infantile. Questa mancanza rende le possibilità tecniche e politiche problematiche.A dispetto di ciò, ricordano, il Ministero è intervenuto con delle linee guida sugli aspetti preventivi di base con alcuni documenti aggiornati ed importanti, che vengono diffusi all’interno delle associazioni scientifiche, utilizzati nei percorsi didattici degli odontoiatri e degli igienisti dentali e che sono diventati, per certi versi, un riferimento per gli operatori. La mancanza, però, di una analisi tecnica e politica di questo problema sanitario, l’assenza di una sistematica sorveglianza sull’andamento delle patologie orali e il limitato accesso alle cure di una grande parte della popolazione, evidenzia come la salute orale fino ad oggi, non sia stata una priorità politica in Italia.
“Nel nostro Paese l’area odontoiatrica rimane un problema di nicchia”, afferma la prof.ssa Strohmenger. “Il nostro lavoro ha cercato di capire per quali problemi di politica sanitaria la salute orale venga trascurata”.Una delle cause evidenziate è il fatto che i servizi sanitari sono decentrati a livello regionale ma sono finanziati sia dallo Stato centrale che dalle amministrazioni locali e questo comporta, per il cittadino, un accesso disomogeneo ai servizi minando il diritto pubblico alla salute. Mancando poi una politica della salute orale pubblica, l’attenzione è rivolta, principalmente, attraverso un aspetto curativo piuttosto che un approccio preventivo.La situazione attuale di crisi economica e di trasformazione sociale, continuano gli Autori, richiede di ripensare e riformare vari aspetti della vita sociale, servizi e l’assistenza sanitaria del Paese. Gli autori, quindi, si augurano che nei prossimi anni venga facilitata un’analisi, una discussione, un cambiamento della politica del SSN che guardi con interesse le patologie orali aumentando la priorità politica verso questa attività.