Linguaggio: nei primi mesi di vita l’apprendimento è legato al ritmo | azdentist
Linguaggio: nei primi mesi di vita l’apprendimento è legato al ritmo | azdentist

I genitori dovrebbero parlare ai neonati con cantilene e filastrocche quanto prima possibile.

Chi ne parla?

È questa la raccomandazione che rivolge un team dell’Università di Cambridge e del Trinity College di Dublino, guidato da Giovanni Di Liberto, dopo avere osservato come, nei primi mesi, i bambini imparino la lingua da informazioni ritmate e non da quelle fonetiche, che rappresentano i più piccoli elementi sonori del discorso.

I risultati dello studio – secondo il quale le informazioni fonetiche non verrebbero codificate in modo efficace fino ai sette mesi di età e sarebbero ancora deficitarie a 11 mesi, quando i bambini cominciano a pronunciare le prime parole – sono stati pubblicati da Nature Communications.

Il team di ricerca ha registrato l’attività elettrica cerebrale di 50 bambini di quattro, sette e 11 mesi mentre guardavano il video di un insegnante di scuola elementare che cantava 18 filastrocche a un bambino. Le onde cerebrali a bassa frequenza sono state analizzate attraverso uno speciale algoritmo che dava una ‘lettura’ delle informazioni fonologiche codificate.

Dall’analisi è emerso che la codifica fonetica nei bambini cominciava in modo graduale nel corso del primo anno a partire da suoni labiali, come “papà”, e nasali, come “mamma”, prima prova su come l’attività cerebrale si collega ai cambiamenti delle informazioni fonetiche nel tempo in risposta a un dialogo continuo.

Il “segreto” per apprendere la lingua, dunque, sarebbe nascosto nell’accento o nell’enfasi posti sulle diverse sillabe e nell’aumento e nella caduta del tono. Le informazioni sul ritmo del discorso sono il collante nascosto alla base dello sviluppo di un sistema linguistico funzionante.

I bambini usano le informazioni ritmiche come un’impalcatura o uno scheletro a cui aggiungere le informazioni fonetiche.