Odontoiatria low cost?
Odontoiatria low cost?

Low cost o best cost? Per noi low cost è best cost, ovvero spendi meno ma spendi meglio; è per questo che tutto è orientato alla conservazione dell’elemento dentario come in:

  • prima visita: tutti pazienti in prima visita vengono monitorati dal punto di vista parodontale, attraverso il sondaggio delle tasche; il che significa intervenire quanto prima in caso di inizio di malattia parodontale ed evitare costi e sofferenze inutili nel tempo;
  • intarsi: la terapia con intarsi è quella di elezione, per noi,  su denti vivi e devitalizzati in quanto, a differenza della capsula, in cui  il dente è ridotto in diametro e volume, conserva interamente la parte sana del dente e costa fino ad un terzo in meno.
  • terapia parodontale: la terapia della prevenzione e del controllo della malattia parodontale è effettuata attraverso rigorosi controlli standardizzati, dal controllo di placca al monitoraggio della tasca parodontale tramite il sondaggio diretto del sito, con o senza terapia antibiotica di supporto e questo significa, se la terapia è intercettata all’inizio, costi ridotti al minimo.
Spazzolino elettrico: test drive a Treviso
Spazzolino elettrico: test drive a Treviso

E’ il primo programma di prova dello spazzolino elettrico direttamente in studio.Qual è il vantaggio? Lavarsi i denti con lo spazzolino elettrico Oral-B può fare la differenza per la salute orale. Avete l’opportunità di provare su Voi stessi lo spazzolino elettrico direttamente in studio, con la supervisione delle nostre igieniste.

Per informazioni rivolgetevi alla nostra segreteria (http://www.azdentist.it/sito/contattaci.html)

Ozonizzatore
Ozonizzatore

I nostri ambienti lavorativi vengono disinfettati giornalmente con l’ozonizzatore, disinfettante biosostenibile, che eradica virus e batteri e la maggioranza degli inquinanti a livello molecolare, e rilascia solo ossigeno attivo come prodotto, senza nessun residuo chimico.
Ha un potere 3,125 volte più potente del cloro attivo, ovvero della candeggina.
F.D.A. ovvero la Federal and Drug Administration, (www.fda.gov) ed E.P.A., ovvero l’ Envirolment Protection Agency (www.epa.gov), hanno certificato che l’ossigeno attivo (O3) è in grado di distruggere il 99,99% di germi patogeni e inquinanti.

Diabete e Malattia parodontale: una sinergia pericolosa
Diabete e Malattia parodontale: una sinergia pericolosa

I pazienti affetti da diabete sono 2/3 volte più a rischio di avere una periodontite infettiva, specialmente se la loro glicemia non è sotto controllo. Viceversa la periodontite infettiva può dare un peggioramento della glicemia e un maggior rischio di morte per cause cardiovascolari e per malattia renale terminale; questa patologia del cavo orale può essere dunque considerata spia di diabete, e nei soggetti malati può determinare un peggioramento del quadro sistemico.

Una sinergia pericolosa di cui si è discusso nel corso del terzo Jsdei (Joslin-Sunstar Diabetes Education Initiative) Seminar, dal titolo “Diabetes, oral care and Nutrition”, svoltosi a metà novembre a Francoforte. 

“La malattia parodontale è una complicazione del diabete e ci sono evidenze in letteratura che dimostrano che ha effetti collaterali sul controllo diabetico, sullo sviluppo di complicazioni e sul peggioramento del diabete: basti pensare che la comorbidità raddoppia la probabilità di morire per cause cardiovascolari” spiega Robert J. Genco, docente di biologia orale e microbiologia, Università Statale di New York a Buffalo. “Esiste infatti una correlazione tra la patologia metabolica con quella del cavo orale: in una popolazione diabetica con parodontite il 37% dei pazienti vedranno la loro malattia metabolica peggiorare, contro solamente l’11 per cento di coloro che avevano la bocca sana”. 

All’origine di questo rapporto tra le due patologie i batteri Gram-negativi, responsabili dell’infezione orale. Questi portano a un aumento dell’insulina resistenza, che a sua volta è causa di un peggioramento del controllo glicemico, viceversa, il trattamento parodontale pare migliorare la sensibilità all’insulina e quindi il controllo della glicemia.

Si stima che far entrare un diabetico in un programma di controllo e cura dentale porti a una riduzione del costo necessario a curarlo del 20%. Il medico durante la sua visita di controllo ai pazienti diabetici dovrebbe porre domande precise sulla salute orale: deve chiedere per esempio se hanno perso denti, se alcuni dondolano, se le gengive sono infiammate o si ritirano E’ necessario allertarli affinché sappiano che un cattivo controllo della glicemia può portare a periodontite ed inviarli al dentista in caso di necessità, coordinandosi con lui per garantire un’efficace controllo della glicemia durante il trattamento orale, senza il quale la terapia odontoiatrica pare essere scarsamente efficace.

Nel nostro studio, per prevenire la malattia parodontale, usiamo un test semplice ed immediato, molto simile ad un test di gravidanza: il periosafe (http://www.azdentist.it/sito/news-ed-eventi/item/125-periosafe.html)

Salute orale: in Italia non è una priorità
Salute orale: in Italia non è una priorità

In Italia la salute orale non è una priorità, come denuncia una ricerca italiana pubblicata su International Dental Journal.
“La mancanza di politiche pertinenti, con particolare attenzione alla salute pubblica, l’assenza di una sistematica sorveglianza sanitaria orale e l’accesso limitato alle cure per i grandi gruppi di popolazione sono forti indicatori che dimostrano come la salute orale, in Italia, non sia una priorità politica. Tuttavia, le opportunità del contesto politico potrebbero essere utilizzate per facilitare analisi, discussione e cambiamento al fine di invertire la tendenza”.
A denunciarlo è un lavoro pubblicato sul numero di novembre di International Dental Journal (pubblicazione dell’FDI)  dal titolo: Political priority of oral health in Italy: an analysis of reasons for national neglect. Quasi tutti italiani gli autori: Guido Benedetti, Nicole Stauf, Laura Strohmenger, Guglielmo Campus, e Habib Benzian (Professor Department of Epidemiology & Health Promotion, College of Dentistry, New York University).
Mancando dati epidemiologici completi, ammettono gli autori, l’indagine può certamente presentare un grado di distorsione inevitabile e anche per questo suggeriscono l’attivazione di una più dettagliata analisi da parte delle Istituzioni.”Il Ministero della Salute negli ultimi anni ha messo in atto alcuni interventi nazionali di formazione e di censimento delle strutture odontoiatriche pubbliche”, continua la prof.ssa Strohmenger. “Tali interventi hanno avuto l’intento di raccogliere dati nazionali, al fine di metterli a disposizione degli assessorati alla salute per capire meglio la distribuzione territoriale dei servizi ed eventualmente modificarne l’assetto in base ai dati epidemiologici”.Ma questo non sembra essere stato sufficiente, evidenziano gli Autori, visto che il quadro epidemiologico delle malattie orali nel Paese non è chiaro poiché manca una centralizzazione nella raccolta dei dati, salvo che sulla popolazione infantile. Questa mancanza rende le possibilità tecniche e politiche problematiche.A dispetto di ciò, ricordano, il Ministero è intervenuto con delle linee guida sugli aspetti preventivi di base con alcuni documenti aggiornati ed importanti, che vengono diffusi all’interno delle associazioni scientifiche, utilizzati nei percorsi didattici degli odontoiatri e degli igienisti dentali e che sono diventati, per certi versi, un riferimento per gli operatori. La mancanza, però, di una analisi tecnica e politica di questo problema sanitario, l’assenza di una sistematica sorveglianza sull’andamento delle patologie orali e il limitato accesso alle cure di una grande parte della popolazione, evidenzia come la salute orale fino ad oggi, non sia stata una priorità politica in Italia.
“Nel nostro Paese l’area odontoiatrica rimane un problema di nicchia”, afferma la prof.ssa Strohmenger. “Il nostro lavoro ha cercato di capire per quali problemi di politica sanitaria la salute orale venga trascurata”.Una delle cause evidenziate è il fatto che i servizi sanitari sono decentrati a livello regionale ma sono finanziati sia dallo Stato centrale che dalle amministrazioni locali e questo comporta, per il cittadino, un accesso disomogeneo ai servizi minando il diritto pubblico alla salute. Mancando poi una politica della salute orale pubblica, l’attenzione è rivolta, principalmente, attraverso un aspetto curativo piuttosto che un approccio preventivo.La situazione attuale di crisi economica e di trasformazione sociale, continuano gli Autori, richiede di ripensare e riformare vari aspetti della vita sociale, servizi e l’assistenza sanitaria del Paese. Gli autori, quindi, si augurano che nei prossimi anni venga facilitata un’analisi, una discussione, un cambiamento della politica del SSN che guardi con interesse le patologie orali aumentando la priorità politica verso questa attività.

Allarme criminalità organizzata nei franchising odontoiatri, lo lancia l’Eurispes

L’odontoiatria “incuriosisce” l’Eurispes che nel 27° Rapporto Italia 2015, recentemente presentato, la cita come un “caso da studiare”.
Da studiare per come è organizzata l’assistenza odontoiatrica pubblica (modello negativo) ma anche per una possibile, migliore, collaborazione tra il dentista privato ed il SSN.
Quattro le aree evidenziate nel rapporto diffuso sul sito dell’Eurispes che raccoglie molte delle proposte avanzate, negli anni, dalle rappresentanze sindacali ed ordinistiche della professione.
Crisi, franchising, turismo odontoiatrico e criminalità organizzata.
La fotografia del settore riportata nel rapporto Eruispes è quella che conosciamo: italiani che rinunciano al dentista per via della crisi (30% la percentuale indicata), mentre cresce il numero degli esercenti: citati i dati FNOMCeO 2013 sugli iscritti all’Albo degli odontoiatri.
Attenzione al fenomeno del franchising odontoiatrico che, secondo Eurispes, ha portato ad una “forte attenuazione della figura e del ruolo tradizionale del dentista che, come il medico di fiducia, accompagnava la famiglia media italiana”.
Questa “invasione”, favorita dall’ingresso sul mercato di società di capitale, “ha trasformato la sanità in un business, gestito da investitori privati che spesso nulla hanno in comune con l’odontoiatria o la medicina”.
Un mercato dove il marketing avrà un ruolo sempre più importante fino a far dire all’istituto di ricerca che, in futuro, “anche in Italia ci sarà il bisogno di inserire la promozione esterna come una nuova voce nella lista dei costi fissi di uno studio odontoiatrico, che inevitabilmente si ripercuoteranno anche sui pazienti”.
Franchising che interesserebbe, come aveva detto  il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, la criminalità organizzata.
“Si tratta -si legge nel rapporto- di un sistema ormai rodato dalle mafie che agiscono come vere e proprie holding finanziarie, individuano i business emergenti e i settori più fiorenti investendo somme ingenti di denaro. Insomma si attivano meccanismi di money laundering: si investe nel mercato “sano”, in settori dove la domanda è alta, se ne trae un guadagno sicuro e “pulito”, e si genera un flusso economico difficile da rintracciare”.
Costi contenuti per le cure, viaggi e soggiorno solo le principali cause, indicate, del proliferare del turismo odontoiatrico. 30 mila il numero di italiani che, secondo l’Eurispes si sono recati all’estero per farsi curare.
Le proposte:
Ricordando come l’assistenza odontoiatrica pubblica sia regolamentata dai Lea ed affidata alle Regioni e come questa scelta abbia creato un “dislivello qualitativo” dell’assistenza sul territorio nazionale, l’Eurispes suggerisce, per migliorare la situazione, “di aumentare la detraibilità delle spese odontoiatriche a un livello maggiore di quanto oggi garantito, che influirebbe anche sulla diminuzione dei pagamenti in nero”.
“Senza contare -continua- che uno Stato che non riesce ad equiparare il livello di servizi offerti a quello del carico tributario dovrebbe ripensare il sistema di erogazione”.
Istituto di ricerca che entra nel merito, anche, dell’esercizio della professione evidenziando come vi sia la necessità di realizzare “una legge quadro di riferimento nazionale che possa uniformare gli adempimenti necessari all’apertura di uno studio odontoiatrico”, prendendo spunto dalle “Regioni più virtuose” che hanno già legiferato sulla materia.
La proposta è quella della creazione di un “protocollo unico che renda chiare le competenze degli operatori e le procedure da attuare come soggetti operanti nel sistema della Sanità, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei privati”. Razionalizzazione delle procedure e il loro snellimento, motivano, “ridurrebbe sensibilmente i costi a carico della PA e della Sanità, oltre che favorire la libera impresa”.

Dalle cellule staminali nuove opportunità per la rigenerazione ossea nelle lesione postraumatiche.
Dalle cellule staminali nuove opportunità per la rigenerazione ossea nelle lesione postraumatiche.

I ricercatori dell’ University of Michigan School of Dentistry (UMSoD)da anni utilizzano le cellule staminali per la rigenerazione ossea, in lesioni traumatiche tali che spesso il sostegno dei denti mancanti risulta difficile.
Il vantaggio principale della terapia con cellule staminali consiste nell’ utilizzare le cellule del paziente per rigenerare i tessuti, riducendo o limitando l’uso dei biomateriali. Il procedimento, che si esegue in anestesia locale, accelera la guarigione dei tessuti rispetto agli innesti di osso tradizionale, e limita il dolore postoperatorio.  
Le cellule staminali progenitrici prelevate dal midollo osseo vengono inserite in apposito scafford di fosfato tricalcico che fanno da impalcatura di sostegno. Se la perdita ossea è più estesa si utilizzano scafford più rigidi, ad esempio in titanio.
La cone-beam ( ovvero tac dedicata) a 4 mesi evidenzia nell’  80% dei casi una buona rigenerazione ossea che consente l’inserimento di impianti osteintegrati per sostenere gli elementi dentali.

Ministero della salute: i consigli per i denti sani al nascituro e alla mamma
Ministero della salute: i consigli per i denti sani al nascituro e alla mamma

Dalla nascita prematura al ritardo nella crescita del feto, dagli aborti spontanei alla preclampsia (o gestosi). Sono queste alcune delle problematiche che si possono riscontrare in una gravidanza gestita senza l’apporto del dentista e dell’igienista.
Negli ultimi decenni molti studi hanno evidenziato l’associazione tra infezioni orali materne e esiti avversi della gravidanza, in particolare per quanto riguarda l’associazione tra la presenza e la gravità delle infezioni gengivali e il parto prematuro, il ritardo di crescita del feto, l’abortività spontanea, la preeclampsia.
Il controllo delle malattie orali prima e durante la gravidanza migliora quindi la qualità di vita della donna, diminuisce l’incidenza di malattie dentali nel bambino e ha il potenziale di promuovere una miglior salute orale anche nella vita adulta del nascituro.
Il documento del ministero, redatto da esperti odontoiatri, contiene una serie di indicazioni volte a contribuire al miglioramento della salute orale delle donne in gravidanza, a prevenire le malattie orali nei bambini piccoli, a diffondere informazioni accurate ed a garantire l’erogazione di appropriate cure odontoiatriche nelle gestanti. Il gruppo di studio ha sottolineato che la prevenzione e il trattamento delle gengiviti, delle parodontiti e della carie dentale prima, durante e dopo la gravidanza sono il modo migliore per ottimizzare la salute degli individui in età perinatale e della comunità.
Fondamentale è il ruolo di tutte le figure professionali coinvolte, odontoiatra, igienista dentale,pediatra, ostetrica, ginecologo, ai quali il ministerro raccomanda di promuovere e adottare specifiche azioni di sensibilizzazione della mamma. Dall’educazione alla salute orale all’insegnamento e il rinforzo dell’informazione delle tecniche di igiene orale personale. Dall’educazione alimentare finalizzata alla prevenzione della carie nel nascituro alla valutazione delle condizioni orali.
Ma anche l’esecuzione durante la gravidanza di un intervento di igiene orale professionale e poi la valutazione del cavo orale del bambino da parte del pediatra entro il 12° ed entro il 24° mese di vita.
Insomma un vero e proprio vademecum terapeutico assistenziale che deve però essere accompagnata da una maggiore attenzione della mamma alla sua salute orale, pensando anche a quella del nascituro.
Ed ecco i consigli degli esperti per le mamme:
– spazzolare i denti dopo i principali pasti con un dentifricio al fluoro e utilizzare il filo o altro ausilio interdentale tutti i giorni;
– limitare l’assunzione di cibi contenenti zuccheri solo durante i pasti; scegliere acqua come bevanda;
– evitare le bevande gassate durante la gravidanza;
– scegliere frutta piuttosto che succhi di frutta per soddisfare l’assunzione di frutta giornaliera raccomandata;
– effettuare una visita odontoiatrica e una seduta di igiene orale professionale, se non è stata effettuata negli ultimi sei mesi o se si è verificata una nuova condizione;
– e, infine, in caso di problemi di salute ai denti o alle gengive, recarsi dal proprio odontoiatra dove poter eseguire le terapie necessarie e indicate, anche prima del parto.
Durante la gestazione, possono verificarsi fenomeni di nausea e di vomito da iperemesi gravidica, per cui, al fine di diminuire il rischio di insorgenza di erosioni e carie dentali, si suggerisce di:
– alimentarsi frequentemente con piccole quantità di cibo nutriente e dopo gli episodi di vomito risciacquare la bocca con acqua con disciolta una piccola quantità di bicarbonato (un cucchiaino) per neutralizzare l’acidità dell’ambiente orale;
– masticare chewing-gum senza zucchero o contenente xilitolo dopo aver mangiato;
– utilizzare spazzolini da denti delicati e dentifrici al fluoro non abrasivi per prevenire danni alle superfici dei denti demineralizzate dal contatto con il contenuto gastrico acido.
Il periodo tra la 14ª e la 20ª settimana è l’ ideale per provvedere alle cure dentali, mentre le terapie orali elettive possono, invece, essere rimandate dopo il parto. L’importante, in definitiva, è tener sempre presente che il ritardo nel provvedere alle cure necessarie per condizioni patologiche esistenti potrebbe comportare un rischio significativo per la madre e, indirettamente, al feto.

Omeopatia, parodontite e colesterolo, cosa li unisce?
Omeopatia, parodontite e colesterolo, cosa li unisce?

La parodontite,infiammazione a carico dei tessuti parodontali, ovvero di supporto del dente, puo’ portare ad esito infausto con perdita di uno o più denti. Le gengive si infiammano, i denti iniziano a muoversi e il tessuto osseo di supporto si distrugge gradualmente. La rimozione (detta tecnicamente ablazione o detartrasi, effettuata da personale laureato in odontoiatria o igiene dentale) del tartaro con curette meccanica, elettrica o ad ultrasuoni è la migliore terapia preventiva per tale affezione, e deve essere fatta con periodicità ciclica, preferibilmente entro i 6 mesi.
Uno studio brasiliano ha voluto valutare se l’impiego associato di componenti omeopatiche rende il tartaro più facile da eliminare mediante tecniche standard di curettage. A tale fine 50 pazienti con parodontopatia cronica sono stati suddivisi, in modo casuale, in due gruppi omogenei e sottoposti, in un gruppo, ad impiego di placebo e l’altro a terapia omeopatica eseguita combinando un rimedio antiflogistico (Berberis 6CH), due rimedi anticongestizi ed antipiogenici (Mercurius solubilis ed Hepar sulfur 6CH) ed un nosode bioterapico, il Pyrogenium 200CH. La terapia ha avuto, a seconda della gravità della patologia, una durata oscillante fra i 3 ed i 12 mesi e si sono poi valutati non solo lo spessore e la facilità di rimozione della placca, ma anche parametri ematochimici correlati con la malattia del parodonto. Si è così potuto osservare che non solo i rimedi omeopatici rendono più facile e radicale la detrartrasi, ma riducono il colesterolo totale, aumentando il colesterolo HDL; poiché recenti studi (del 2012) dimostrano che in presenza di una patologia a carico delle gengive, la proteina CD36 – coinvolta in alcuni processi infiammatori – aumenta in maniera significativa il rischio di insorgenza di placche nei vasi sanguigni, è possibile ipotizzare che la combinazione omeopatica possa essere utile nel prevenire danni ateromasici sistemici.

Laser in odontoiatria: why not?
Laser in odontoiatria: why not?

Nella nostra struttura il laser oramai è una realtà consolidata ma secondo una recente analisi americana, a livello odontoiatrico, appare una  “tecnologia in cerca di un problema da risolvere”.    
Il laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation)  ha le sue origini teoriche negli studi di Eistein dei primi del 900: è un dispositivo che emette un fascio di luce monocromatica di potenza variabile che si utilizza in medicina dal 1960.
iIn odontoiatria, in base alla fonte di emissione, si parla di cinque tipi di laser:  CO2, Erbio, Neodimio, YAG e diodi.  
Ogni dispositivo produce un fascio luminoso di una determinata lunghezza d’onda che ha indicazioni  terapeutiche ben precise.
I vantaggi che ci offre oggi il laser nello studio dentistico sono essenzialmente quattro:
1) Maggiore efficienza clinica
Quando le indicazioni cliniche lo consentono, utilizzare il laser, che produce un taglio dei tessuti per evaporazione,  invece del bisturi, significa:
a) ridurre o addirittura eliminare la dose di anestetico (il paziente non ha l’intorpidimento delle parti muscolari e gli effetti negativi a distanza dell’anestesia, quali il rischio di mordersi la guancia o la lingua).
b) ridurre la durata dell’intervento e il tempo di guarigione, grazie alla biostimolazione.
c) ridurre il sanguinamento consente spesso di eseguire la fase terapeutica successiva, senza ulteriori appuntamenti
2) Migliora l’esperienza del paziente
Un recente sondaggio USA ha rilevato che un terzo degli Americani che hanno disertato  il dentista  negli ultimi 12 mesi, lo hanno fatto per una sorta di epidermica repulsione ai rumori, odori e sensazioni in genere che evocano timori. Il laser, sicuramente contribuisce ad eliminare questi stimoli negativi e accresce la fiducia del paziente nei confronti del dentista.
3) Migliora la prestazione del team dentale
Se il paziente è terrorizzato è più difficile operare in modo efficacie. Il laser aiuta a creare un ambiente di lavoro più sereno con vantaggi per il team che darà il massimo di se e per il paziente che se soddisfatto alimenta il passaparola.
4) Migliori risultati clinici
Il frenulo in un bambino o la rimozione di escrescenze gengivali benigne sono interventi routinari che si realizzano più rapidamente senza dolore nè sanguinamento rispetto alle terapie tradizionali con il bisturi. Non va poi dimenticato il ruolo biostimolante e batteriostatico nelle tasche gengivali per il trattamento della malattia parodontale.