Allarme criminalità organizzata nei franchising odontoiatri, lo lancia l’Eurispes
L’odontoiatria “incuriosisce” l’Eurispes che nel 27° Rapporto Italia 2015, recentemente presentato, la cita come un “caso da studiare”.
Da studiare per come è organizzata l’assistenza odontoiatrica pubblica (modello negativo) ma anche per una possibile, migliore, collaborazione tra il dentista privato ed il SSN.
Quattro le aree evidenziate nel rapporto diffuso sul sito dell’Eurispes che raccoglie molte delle proposte avanzate, negli anni, dalle rappresentanze sindacali ed ordinistiche della professione.
Crisi, franchising, turismo odontoiatrico e criminalità organizzata.
La fotografia del settore riportata nel rapporto Eruispes è quella che conosciamo: italiani che rinunciano al dentista per via della crisi (30% la percentuale indicata), mentre cresce il numero degli esercenti: citati i dati FNOMCeO 2013 sugli iscritti all’Albo degli odontoiatri.
Attenzione al fenomeno del franchising odontoiatrico che, secondo Eurispes, ha portato ad una “forte attenuazione della figura e del ruolo tradizionale del dentista che, come il medico di fiducia, accompagnava la famiglia media italiana”.
Questa “invasione”, favorita dall’ingresso sul mercato di società di capitale, “ha trasformato la sanità in un business, gestito da investitori privati che spesso nulla hanno in comune con l’odontoiatria o la medicina”.
Un mercato dove il marketing avrà un ruolo sempre più importante fino a far dire all’istituto di ricerca che, in futuro, “anche in Italia ci sarà il bisogno di inserire la promozione esterna come una nuova voce nella lista dei costi fissi di uno studio odontoiatrico, che inevitabilmente si ripercuoteranno anche sui pazienti”.
Franchising che interesserebbe, come aveva detto il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, la criminalità organizzata.
“Si tratta -si legge nel rapporto- di un sistema ormai rodato dalle mafie che agiscono come vere e proprie holding finanziarie, individuano i business emergenti e i settori più fiorenti investendo somme ingenti di denaro. Insomma si attivano meccanismi di money laundering: si investe nel mercato “sano”, in settori dove la domanda è alta, se ne trae un guadagno sicuro e “pulito”, e si genera un flusso economico difficile da rintracciare”.
Costi contenuti per le cure, viaggi e soggiorno solo le principali cause, indicate, del proliferare del turismo odontoiatrico. 30 mila il numero di italiani che, secondo l’Eurispes si sono recati all’estero per farsi curare.
Le proposte:
Ricordando come l’assistenza odontoiatrica pubblica sia regolamentata dai Lea ed affidata alle Regioni e come questa scelta abbia creato un “dislivello qualitativo” dell’assistenza sul territorio nazionale, l’Eurispes suggerisce, per migliorare la situazione, “di aumentare la detraibilità delle spese odontoiatriche a un livello maggiore di quanto oggi garantito, che influirebbe anche sulla diminuzione dei pagamenti in nero”.
“Senza contare -continua- che uno Stato che non riesce ad equiparare il livello di servizi offerti a quello del carico tributario dovrebbe ripensare il sistema di erogazione”.
Istituto di ricerca che entra nel merito, anche, dell’esercizio della professione evidenziando come vi sia la necessità di realizzare “una legge quadro di riferimento nazionale che possa uniformare gli adempimenti necessari all’apertura di uno studio odontoiatrico”, prendendo spunto dalle “Regioni più virtuose” che hanno già legiferato sulla materia.
La proposta è quella della creazione di un “protocollo unico che renda chiare le competenze degli operatori e le procedure da attuare come soggetti operanti nel sistema della Sanità, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei privati”. Razionalizzazione delle procedure e il loro snellimento, motivano, “ridurrebbe sensibilmente i costi a carico della PA e della Sanità, oltre che favorire la libera impresa”.