Molecola della felicità senza veli: scoperto come funziona la serotonina | AZdentist
Molecola della felicità senza veli: scoperto come funziona la serotonina | AZdentist

La molecola della felicità, la serotonina, non ha più segreti.

Il meccanismo che ne regola il funzionamento è stato svelato dalla ricerca, pubblicata su Neuron, coordinata dall’Italia, con l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), in collaborazione con il dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e l’università Sorbona di Parigi.

La ricerca:

A 83 anni dalla scoperta di questa molecola da parte dell’italiano Vittorio Erspamer, è ancora un’italiana a guidare il gruppo di ricerca che ha scoperto il ruolo della serotonina sia nei circuiti che controllano i movimenti, sia nella capacità di adattarsi a nuove situazioni, che siano di natura emotiva o motoria.

Perchè è importante conoscerla?

  •  Per capire cosa avviene in condizioni patologiche in cui la serotonina non viene prodotta o in cui mancano i recettori specifici a cui legarsi.

    La scoperta segna infatti un passo in avanti verso la possibilità di comprendere meglio malattie come il morbo di Parkinson o i disturbi ossessivo-compulsivi.

Come la serotonina agisce sul nostro cervello?

  • Il campo d’azione della serotonina che i ricercatori hanno osservato è stata la comunicazione fra i neuroni delle strutture del cervello chiamate talamo e corpo striato: se la serotonina manca, la comunicazione fra queste zone del cervello è impossibile.

Osservare in azione la molecola della felicità è stato possibile accendendo o spegnendo singoli neuroni con la tecnica che combina genetica e ottica (optogenetica) e  con quella che attiva proteine geneticamente ingegnerizzate.

Manipolare i livelli della serotonina ha permesso di definire il meccanismo d’azione di un suo recettore, chiamato 5-HT4, e il tipo di connessioni neuronali che modula. Identificarlo è stato possibile controllando, in modelli animali, l’attività dei neuroni che producono la serotonina.

Grazie a queste conoscenze diventa possibile capire meglio, e forse in futuro poter controllare, malattie come il Parkinson e disturbi come la depressione, nei quali il recettore 5-HT4 non viene prodotto in normale quantità.